Inquinamento killer: 3 milioni di morti premature ogni anno

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Uno studio del Max Planck Institute for Chemistry in Germania ha dimostrato che ogni anno sono più di tre milioni le morti premature a causa dell’inquinamento. Numero che purtroppo sarà destinato a raddoppiare entro il 2050 se non si farà qualcosa per modificare la situazione.

Gli scienziati hanno messo insieme dati demografici, modelli di chimica atmosferica, informazioni sull’inquinamento dallo Spazio e da sensori a Terra, e i dati sanitari, per capire le relazioni tra inquinamento e mortalità prematura.

Ictus e attacchi cardiaci rappresentano i tre quarti delle morti premature.

E i principali colpevoli sono l’ozono e il particolato fine (meglio noto come Pm 2,5 o polveri fini), particelle di diametro inferiore ai 2,5 micrometri emesse sia da fenomeni naturali che da attività entropiche, particolarmente pericolose perchè date le loro ridotte dimensioni, possono arrivare negli alveoli polmonari e quindi al sangue.

 Nello studio pubblicato sulle pagine del Nature, sono state identificate diverse fonti di inquinamento, quali:

  • inquinamento prodotto per l’uso domestico e commerciale di energia
  • inquinamento prodotto per l’agricoltura
  • inquinamento prodotto per la produzione di energia
  • inquinamento prodotto per l’industria
  • inquinamento prodotto per le combustioni di biomasse
  • inquinamento prodotto per il traffico
  • inquinamento prodotto da fonti naturali come le tempeste di sabbia

“Per evitare la crescente mortalità prematura dovuta all’inquinamento, saranno necessarie misure forti di controllo della qualità dell’aria, soprattutto nel Sudest-asiatico”, conclude Jos Lelieveld, capo del team di ricercatori. “Il nostro studio mostra che è particolarmente importante ridurre le emissioni inquinanti derivanti dall’uso domestico di energia in Asia. Al tempo stesso la qualità dell’aria potrebbe migliorare riducendo le emissioni agricole, specie in Europa, negli Stati Uniti orientali e nell’Asia Orientale”.

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